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ALLA RICERCA DELLA SEMPLICITÀ

  • Immagine del redattore: Chiara Frizzera Zambelli
    Chiara Frizzera Zambelli
  • 1 lug 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 dic 2020

GIORNO 1


RESPIRARE

Inspiro. Trattengo l'aria. Uno, due e la pancia sembra scoppiare.

Espiro. La pancia si sgonfia e dalla bocca esce tutto il fiato trattenuto. Fino all'ultimo.

Riparto.

Inizia un nuovo mese. Luglio, e mi viene automatico fare un bilancio di metà anno.


SOSPENDI IL GIUDIZIO

Seduta in riva al molo guardo il lago e quella linea piatta all'orizzonte, un segmento blu protetto da due triangoli scaleni, montagne di altre sfumature di blu. E come frammenti di un cortometraggio mi vedo scorrere nella mente i sei mesi passati: gli antinfiammatori, il cambio dieta, gli integratori, le video lezioni su Facetime, le videochiamate su Whatsapp, il messaggio di termine lavoro, i visi delle mie compagne leader, il suo sguardo ghiaccio al mattino ed Oreste che mi strofina il muso sulla mano.

Vengo destata da un rumore in sottofondo che si fa sempre più ostinato. Ed eccola fare la sua apparizione da vera diva del cinema: la signorina Rottermeier che è in me sta già iniziando ad elencare tutta una serie di critiche severe su cosa non é stato fatto, su cosa si poteva fare, su cosa non si doveva fare.

Cerco di concentrarmi sul vento che smuove delicatamente le onde, sulle chiacchiere delle papere, sul galleggiare delle boe rosse davanti a me.

Ma riesce a prendere il sopravvento e punta alla ricerca del perfezionismo. Come sempre.

Stavolta però non le permetterò di iniziare uno dei suoi monologhi autosabotanti.

Sto imparando a domarla. Sto imparando a smascherarla.

Concentrati sulla respirazione mi dico. Si stuferà prima o poi di parlare da sola.

Contro il vento.

La vedo andarsene scocciata, correre dietro alle ultime papere superstiti per redimerle, invano, perché nemmeno loro le danno ascolto.

Stavolta ho vinto io. Dopo svariate sconfitte sto rimontando. Il mio ranking sale.

Sto iniziando ad ascoltare l'altra voce, fatta di tanti altri suoni. Dolci, comprensivi, accoglienti.

Sto iniziando ad ascoltare altri ritmi. Altri tempi che hanno dettato a loro volta altre priorità.

Quelle del presente e del riposo. Della concentrazione e dell'accettazione. Delle cose semplici ma cosi ìpreziose.

Rinizio questa metà d'anno con la voglia di non farmi riportare in quel limbo ma di tenermi stretti questi tempi, rinunciando alle cose superflue perché non sono quelle che mi arricchiscono. Per anni ho pensato l'opposto. Rincorrevo l'irraggiungibile per poter esistere.

Ricercavo valore nelle cose e non in me stessa.

Non mi permettevo di valere. Non mi permettevo di volare.

Sempre pronta a dare sentenze. A giudicarmi perennemente colpevole di chissà quali colpe. Tutt'oggi capita che cada in questa trappola mentale se perdo il focus su me stessa ed allora ecco arrivare di nuovo la signorina Rottermeier con la sua bacchetta pronta per i suoi simposi giudicanti.

Sotto quel cielo nero di Dodoma, mentre suonavano secchi improvvisati in tamburi ho avuto un assaggio di cosa sia il vero benessere. E l'ho ritrovato lungo le spiagge della via dei pescatori. E poi durante questa reclusione forzata.

Ritornare ai bisogni primari. Dormire, lavarsi, mangiare, camminare, respirare, circondata dalla natura con persone al tuo fianco con cui condividere tutto questo.


SEMPLICE È BELLO

Rinunciare al superfluo non significa dover rinunciare al bello, anzi.

L'educazione alla bellezza sarebbe una bellissima professione.

E credo che ne avremmo bisogno. Ricercare bellezza nella semplicità, sapere valorizzare le piccole cose e renderle belle non è facile. Ma nemmeno impossibile.

Credo che tutto dipenda da con che occhi guardi le cose, cosa vedi, cosa senti, ma soprattutto perché lo senti.

Attenta ad ogni particolare, ai suoni, colori, vibrazioni, odori, pressioni, mi accorgo di cose che agli altri sfuggono.

Ascolto storie intorno a me, cose e persone stanno narrando le loro.

E tra quelle trame di parole c'è la semplicità.

Una volta trovata non saprai più farne a meno. Come con il respiro.


ORA TOCCA A TE

Inspira. Trattieni l'aria. Uno, due e la pancia sembrerà scoppiare.

Espira. La pancia si sgonfia e dalla bocca fai uscire tutto il fiato trattenuto. Fino all'ultimo.

Rinizia.

Da te.




 
 
 

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