COME È TOSTO IL NAUFRAGARE IN QUEST* PAS (PERSONA ALTAMENTE SENSIBILE)
- Chiara Frizzera Zambelli
- 5 lug 2020
- Tempo di lettura: 3 min

GIORNO 5
HANGOVER DI EMOZIONI
Una forte pressione rincalza ad entrambi i lati della mia testa, sulle tempie.
Gira tutto. La vista è offuscata.
Più in basso al centro dello stomaco sento un bruciore concentrico che si sta lentamente espandendo.
A livello dell'ombelico qualcuno sembra stia premendo con tutta la forza che ha in corpo.
Inizia la nausea.
Una linea collega le due parti e si ferma li, all'esatta metà del collo, tra la vertebra c5 e la vertebra c6.
La sento e sta arrivando.
Mi vien da vomitare.
Sono in apnea. Non respiro.
Non sono i postumi di una sbronza da alcool ma i postumi di una sbronza da stimoli.
Un hangover di emozioni anziché di vodka tonic.
Normalmente arrivata a questo punto non posso farci più nulla. Devo solo aspettare che si conclami per prendere l'unica cosa che mi aiuta ad alleviare il dolore, un antifiammatorio.
Dannata cervicale!
USA LA TUA CREATIVITÀ
Una parte di me non vuole arrendersi e prova con la respirazione.
L'altra parte di me le sussurra che è solo un atto masochista e che staró solo peggio.
Le risponde che oggi proverà con una nuova medicina naturale.
La scrittura depurativa.
Ecco cosa significa andare in sovrastimolazione.
Ecco cosa significa non saper gestire la propria sensibilità, non sapere pianificare momenti di download e voler fare troppe cose.
Ecco cosa significa non saper gestire essere una persona altamente sensibile.
É tosto il naufragar in quest* PAS.
Non sono come gli altri e non posso fare le cose che fanno gli altri. È un dato di fatto.
La sto pagando tutta.
In più il ciclo è alle porte e di certo non aiuta.
Colpevolizzarmi non serve a nulla. Già testato.
Mi chiedo perché non riesca mai ad imparare dai miei errori ma poi mi correggo e ribatto che non è vero. Sto imparando, ma mi devo dare del tempo. Quest'ansia di voler arrivare subito, di farcela al primo colpo, di non darsi la possibilità di tentare.
Ma quale primo colpo, da quanto va avanti?
Da tutta la mia vita.
DATTI DEL TEMPO
Oggi è una di quelle giornate dove posso solo aspettare.
Che passi il male di collo. Che passi il mal di pancia. Che passi il mal di me.
Continuo a respirare.
La notte e' stata burrascosa. Non riuscivo a dormire. La decompressione non ha sortito l'effetto desiderato. Sono arrivata troppo tardi a soccorrermi e questo e' il risultato.
Ho commesso degli sbagli da novellina. Rimanere davanti al Mac anche dopo cena ha compromesso il mio ritmo circadiano. Ed ora sono di nuova nervosa.
Continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto alla ricerca di una posizione papabile. Alla fine rassegnata ho traslocato sul divano e stremata, verso le tre di notte, mi sono addormentata in chissà quale posizione kamasutrica. Ed ora il mio collo grida vendetta.
Al mio risveglio Oreste era lì, sul tappeto di rafia, ai miei piedi senza abbronzatura. Accovacciato sull suo musetto, si è svegliato e mi ha salutato strizzandomi i suoi occhi ghiaccio.
Buongiorno anche a te!
A volte credo che anche lui sia altamente sensibile. Dicono che i gatti lo sentano quando i loro padroni hanno bisogno di loro. Lui di sicuro. Ma é più bravo di me nel preservarsi.
Quando sono troppo nervosa o troppo agitata non mi si avvicina.
Ho iniziato ad interpretarlo come indizio dei miei stati d'animo.
A prenderlo come segnale d'allarme per riconnettermi.
Ieri però mi è sfuggito.
Mi mancano le ore di sonno e questo ovviamente ha compromesso la giornata.
Ma ci sono ancora ore a disposizione per recuperare.
ABBI CURA DI TE
C'e' ancora del tempo per ristabilire un equilibrio di forze, di energie.
In cuffia anche oggi Sigur Ros mi accompagna in queste giornate difficili.
Alzo lo sguardo al bastione ed ecco che inizia a piovere delicatamente, quasi come qualcuno lassù sapesse che questo è il perfetto ambient per provare a rilassarmi.
Il perfetto mood per lasciarmi andare.
Anche oggi so che dovrò attendere e diavolo se è vero che la pazienza è la virtù dei forti.
Il mio corpo e' come quello di una bambina, bisognosa di cure, di sonno, di cibo e non posso aspettare che siano gli altri a prendersene cura.
Lo devo fare io.
Abbi cura di te.
Abbi cura della tua sensibilità
Sempre.
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