FEBBRE DI ENERGIA
- Chiara Frizzera Zambelli
- 26 ago 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 28 ago 2020
GIORNO 57

Centoventi minuti di confronto davanti ad uno schermo che fa da specchio alla mia mente sempre in moto. Obiettivi, sfide, quotidianità. Una parola, programmazione.
Una delle mie più grandi fatiche. L’arte della dea Atena. Dentro di me scorrono le pagine del libro e cerco di porre attenzione alle mie qualità uniche per poterle trasformare in attività uniche.
Dentro di me un’energia che mi permette di sostenere una colonna vertebrale accidentata. Una grinta a fare per diventare. L’importante è muoversi. Non sostare. Non abbattersi. Sono nella fase crescente, quella in cui sento che ce la posso fare, che devo rimanere concentrata, attenta, focalizzata.
Attenzione, concentrazione, ritmo è vitalità! Ritmo. 1-2-3. Mi sono svegliata dopo una notte insonne passata tra un divano ed un letto alla ricerca di un momento di fermo. Mi sono svegliata infastidita dal mio essere non presente, sregolata, sfuggente. Ho ancora molto da imparare ed accettare questo mio sali e scendi emozionale in un’ascensore da grattaceli immensi a scantinati lugubri.
Ora sto salendo piano. Ma devo farlo piano. In un ritmo, di regole del dare e dell’avere, di energie, attive e disregolanti.
La consapevolezza che questo forse è il limite principale da altamente sensibile. Sviluppare una disciplina del quotidiano, tra il fare ed il non fare. In questo momento potrei correre una 100 km senza zucchero ma so che oggi di km ne devo fare al massimo 10 e coltivare questa energia come un seme pronto a sbocciare. Guardo il mio terrazzo e sul fronte sud il caldo delle ultime settimane ha bruciato le papa nuova Guinea. Il rosso dei petali è ormai assente. Quelle del fronte ovest hanno resistito. Il fucsia colora lo sfondo sul monte.
Stessa pianta in posizione diversa. Di appena 45 gradi. Stessa quantità d’acqua ma luce e calore diversi. Troppo sole. Troppa energia. Troppa esposizione.
Abbiamo già consumato tutte le fonti energetiche per questo anno per il nostro pianeta.
Mi chiedo se un’intelligenza energetica non sarebbe d’aiuto per comprendere che è necessaria una bilancia quotidiana delle nostre singole energie. Forse solo capendo ed imparando a gestire il nostro piccolo potremmo imparare a colmare questo gap. Forse la nostra missione è ripartire da qui. Dall’energia e da una esposizione graduale e consapevole dei nostri tempi. Forse come altamente sensibili possiamo farci carico di un modello di insegnamento volto ad un adattamento di specie e di pianeta come portavoce di una genetica essenziale.
Mentre rifletto su logiche da filosofia della scienza il brontolio dello stomaco mi ricorda un bisogno primario di cibo. Sostentamento che verrà trasformato anche questo in energia. Anche qui.
Siamo tutti esseri energetici.
Risorse
Le dee dentro la donna - Una nuova psicologia al femminile - Edizioni Astrolabio Ubaldini
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