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l LEGAMI DI UNA VITA

  • Immagine del redattore: Chiara Frizzera Zambelli
    Chiara Frizzera Zambelli
  • 15 ago 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

GIORNO 46



Il fresco avvolto nel telo bianco allevia il dolore allo stinco. Alleva il gonfiore della botta. Uno slancio mal gestito in partenza. Un pedale da corsa incastrato nella pelle.

Un urlo di chi ha appena capito di avere Saturno contro. Non era bastato il morso di ieri. La serata in pronto soccorso. Le ansie di contagio. Nella speranza di ritagliare una mattina di ripristino, sul ritorno per casa, la distrazione ha preso il sopravvento su una mente ancora in fermento. Lo shock dell’aggressione è ancora in corpo. La stanchezza di passare da un medico all’altro. La paura di una situazione che sta degenerando. Di nuovo. Le prime ore al lago son state serene. Vicino ad un corpo esile che ha sopportato e supportato questi dieci giorni di ansie di stato più che di tratto. Messo a dura prova dalla mia alta sensibilità. Dalla mia alta vulnerabilità. Che ha retto il colpo assieme ad un altro corpo vicino, che conosce meglio di chiunque altro le mie necessità. Una mente che è presente più della mia alle mie crisi quotidiane di questo periodo. Che m’aiuta a rileggere le situazioni sotto spunti e simboli nuovi. Cercavo di calmarmi con le onde. Cercavo di concentrarmi sul respiro. In attesa di un ciclo mentre il mio è giunto. In attesa di un ritorno ad una routine. Nelle ultime due settimane sento di aver perso il mio timone per colpa del mio timore. Per la mia sorte. Per quella dei miei legami. Questa forma geometrica che faccio fatica ad abbracciare. La mia indole quadrata si imbatte come l’incidente dell’Apollo 13 contro il bisogno di circonferenze. Di giri. Stesa sul divano mentre provo a medicare le ferite chiedendo a me stessa se ci sia un progetto più grande sopra di me. Su quel telo mare, a strisce bianche ed azzurre, ho ripreso un libro dell’estate scorsa. Un’altra risposta alle mie infinite domande. La mia multi potenzialità. Nel giro di pochi mesi avevo appreso di essere altamente sensibile e multipotenziale. Insieme. Una correlazione non così marginale. Altre persone oltre a me lo sono. E per un attimo quella foga di definizione si placa come l’onda sui milioni di sassi sotto i miei piedi. Li osservo, i sassi, di forme e colori diversi. Sono sempre stata affascinata dalle pietre, dalla geologia, i minerali. Mi concentro nel scegliere tra parti diverse quelle che meglio si intersecano tra curve concave e convesse, tra mancanze ed assenze, per arrivare a dare forma ad una nuova entità. Mi concentro nel costruire una torre d’equilibrio. Una colonna resistente all’acqua, al moto, all’impeto. Una somma di piccole parti che è maggiore della somma stessa. E mi ritorna in mente una lezione del corso che mi è rimasta impressa. Da soli non si arriva da nessuna parte. E mentre dalla camera sento della musica suonare penso a quanto sono grata di avere il mio cerchio. Messaggi appaiono in notifiche mentre finisco di scrivere. Di legami sparsi nel mondo. Che si preoccupano per me ed io per loro. Non avrò ancora le idee chiare ma mi è chiara una cosa. Non il mio nome, scelto da una pari e non da una madre, ma la fortuna di appartenere ad una costellazione di satelliti, lucenti e soprattutto presenti nelle mie giornate di dubbi. Forse, dopotutto, va bene anche avere Saturno contro.


Risorse

Il dono delle persone altamente sensibili di Nicoletta Travaini - Edizioni Red

Diventa chi sei. Una pratica guida per persone creative che hanno molteplici passioni ed interessi

di Emile Wapnick - Edizione Crisalide

 
 
 

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PSICOLOGA ALTAMENTE SENSIBILE

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