SCEGLIERE O NON SCEGLIERE QUESTO È IL PROBLEMA
- Chiara Frizzera Zambelli
- 20 ago 2020
- Tempo di lettura: 2 min
GIORNO 51
Scegliere non è mai stato il mio forte. Credo dipenda dalla mia capacità analitica e dalla mia altrettanto incapacità di sintesi. Fin dalle elementari ero brava nei temi e incapace nei riassunti. Li detestavo. Ora so che questo è legato alla mia alta sensibilità ed alla mia profonda elaborazione che porta ad una profonda esasperazione.
Senza sveglia ed ancora in pigiama, mentre infilo cucchiaiate alla cieca di overnight in bocca, rileggo le mie scorse 50 giornate, un mezzo percorso di sfida, alla ricerca di tre racconti da inviare per un concorso letterario. Scadenza il mezzodì. Alle 11 invio il tutto tra email non ricevute, buste, fotocopie in copisterie accaldate, file postali e un deca per decomprimere. Non son bastati i consigli amicali per aiutarmi nella scelta. La confusione ha preso il sopravvento ma il saggio compagno di sogni mi ha condotto ad un verdetto. Con pazienza. Tanta pazienza. Quella che mi ha accompagnato anche durante il pomeriggio su quella sedia blu cobalto con in mano l’elenco di posti disponibili di lavori distanti, da casa ma soprattutto da me. Il battito in accelerazione costante, la sospensione del respiro, in tilt. Troppi grafici e variabili in analisi e la sensazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Due conversazioni attive che mi riportano le riflessioni fatte pochi giorni prima. E la pulsione di alzarsi e lasciare l’aula mentre l’elenco di nomi procede verso il mio.
Ti senti sollevata o delusa? La domanda fatta da un’amica a distanza di casa, ma non da me.
Sollevata ed impaurita di non trovare ciò che cerco, un posto mio, in cui poter condividere ciò che sono e che faccio, ma soprattutto in cui donare il mio cuore.
Con la pesantezza alle gambe di una giornata lunga, crollo a letto con un rischio addosso. Quello di rincorrere me stessa.

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