UN CICLO PARTICOLARE
- Chiara Frizzera Zambelli
- 14 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min
GIORNO 73 (in ritardo di 2)

Le gambe sono rannicchiate in posizione fetale. Con la mente scorro l’agenda a ritroso e rivivo il segno rosso del giovedì 13. Son passati trentun giorni dall’ultima volta. Mai stata regolare, nemmeno nel ciclo.
Non ho mai sofferto durante ma col passare del tempo i dolori sono aumentati ed anche il mio vissuto è cambiato.
Se prima ero solita a vivere montagne russe di ormoni ora ho aggiunto anche le fitte sub addominali con cervicali anticipatorie.
Zero fame oggi quando ieri avrei divorato pizza e gelato per due.
Zero pianti ora mentre ieri ho iniziato a farlo con la musica nelle orecchie e le sneakers ai piedi, durante l’incomprensione a pranzo e nella sofferenza per il collo la sera.
Una bomba ormonale pronta a scoppiare.
Ross Rachel Joey Monica e Chandler, il mio preferito, a tenermi compagnia mentre sorseggio cocktail d’Oki per lenire le pene. E mentre tutto questo umore scorre mi rendo conto che sto sbagliando.
A giudicarmi, ad autosabotarmi, a confrontarmi con tutti al di fuori di me.
Ricerco la mia anima, la sento bollire dentro pronta per esplodere insieme ad un flusso come una rinascita mancata.
Alzo gli occhi alla parete di fronte, sulla mensola colma di libri, miei, di arte, psicologia, fotografia, spiritualità, design, fitoterapia. A tre quarti una mia stampa in bianco e nero nascosta per non dare troppo nell’occhio da un prototipo di vaso in cemento prodotto alcuni anni fa e delle rose rouge noir dell’orto di mio padre lasciate seccare.
Osservo quella mensola e vedo tutto ciò che sono.
Una serie di pagine scritte alcune ancora da apprendere, materie grezze trasformate, petali secchi su tratti mancini.
Un ciclo.
Sotto una polo blue navy appesa ad una gruccia.
Sembra quasi sorreggere la mensola o è la mensola a sorreggerla.
Sembra essere un tutt’uno con la mensola.
La riflessione è interrotta dalla chiamata di una visita amica pronta a regalarmi un momento di bellezza.
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