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UN TUFFO DOVE IL SOCIAL È PIÙ BLU

  • Immagine del redattore: Chiara Frizzera Zambelli
    Chiara Frizzera Zambelli
  • 28 ago 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

GIORNO 59


La saluto alla porta di casa prima di salutarci in un timido abbraccio.

La saluto con la speranza di vederla a fine settembre sperando di riuscire ad appendere almeno un traguardo alla medesima porta quando sarà aperta di nuovo per incrociare il suo sguardo diamante.

Porte che si chiudono, porte che si aprono.

La mia polarità ora tende al chiuso. Intimo. Eppure sembra che serva l’opposto tra comunicazioni e parole al di fuori di una stanza, dentro 140 caratteri o forse più, in una perenne vetrina quotidiana che fatico a digerire. Passo da un perché non provarci ad un perché entrarci. In meccanismi di strategie, narcisismi e giochi di cuori e segui.

Io in realtà lo voglio seguire il mio cuore e mi dice che non è questo il mio percorso.

Controtendenza. Controproducente. Controsenso.

In un ritorno al locale serve comunque il sociale, senza e finale.

Io che da un sociale con la finale sono uscita venti mesi fa. Ed ora dovrei entrare in quello senza vocale.

Più entro in contatto e più mi scotto.

Mi chiedo se sono pronta a lasciarmi andare o se non sono le solite resistenze che mi fan desistere da un tentativo.

Anche uno solo.

Difese immunitarie basse.

Difese identitarie alte.

Un compromesso?

Mi chiedo quale possa essere un punto d’incontro per una persona altamente sensibile.

Rifletto in silenzio mentre cambia il tempo e si preannuncia un weekend di pioggia torrenziale.

Chissà se porterà via questo continuo rimarginare invano?

Questo dilemma amletico 3.0.

Social o non social?





 
 
 

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PSICOLOGA ALTAMENTE SENSIBILE

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